Rilanciamo il ruolo del volontariato organizzato.

Articolato in 12 punti l’Appello vuole rilanciare un serio ed approfondito dibattito nel mondo del sociale e del Terzo Settore. Riteniamo che occorra ridare forza ad alcuni temi che sono indispensabili per far tornare a crescere i volontari e le loro forme organizzative autonome (piccole e grandi).

Assieme possiamo ridare al volontariato la capacità di incidere: un cambiamento necessario per dare gambe più robuste alla solidarietà!

Leggi l’appello e compila il form che segue, per riaffermare assieme a noi l’importanza e la necessità di valorizzare la gratuità dell’azione volontaria, salvaguardando la presenza prevalente e determinante dei volontari nelle associazioni di questo settore.

INFORMATIVA Al SENSI DELL’ART 13 del Regolamento EU n. 679/2016 e D.LGS 196/2003
1. TITOLARITÀ DEL TRATTAMENTO
Il titolare del trattamento è l’Associazione Luciano Tavazza con sede legale e operativa in Roma Via Chiusi, 14 – 00139
2. FINALITÀ DEL TRATTAMENTO DEI DATI E BASE GIURIDICA
La finalità del trattamento è la partecipazione ad iniziative dell’Associazione Luciano Tavazza che prevedono la raccolta e il trattamento dei dati personali dei partecipanti.
Il trattamento è esercitato nel rispetto del Reg. EU 679/2016 (GDPR), secondo principi di correttezza, liceità, trasparenza e di tutela della riservatezza e dei diritti dell’interessato.
La base giuridica del trattamento è il consenso (art. 6 par. 1 lett.a) del Regolamento).
Il trattamento riguarderà solo i dati necessari a partecipare alle iniziative

Entra nel vivo la raccolta di adesioni.

Riportiamo una breve rassegna stampa  dell’iniziativa volta a rilanciare il ruolo propulsivo del volontariato organizzato.

Radio Radicale Registrazione completa della Conferenza Stampa

Askanews: Terzo settore, appello associazionismo italiano a Mattarella

Conquiste del Lavoro Appello a Mattarella per il rilancio del volontariato

Redattore Sociale Volontariato organizzato, 12 proposte per valorizzarlo: l’appello a Mattarella

Sardegna Solidale Appello a Mattarella: il volontariato organizzato una straordinaria energia civile

Superando Per rilanciare il ruolo del volontariato organizzato

Vita Appello a Mattarella: il volontariato organizzato una straordinaria energia

Il volontariato organizzato una straordinaria energia civile.

Si è svolta oggi, presso la sala Nassyria del Senato della Repubblica, la conferenza stampa di presentazione, di un appello al Presidente della Repubblica per rilanciare il ruolo del volontariato organizzato, appello predisposto dall’associazione Luciano Tavazza (nata per mantenere attuali e diffusi i valori di uno dei padri del volontariato in Italia e custodire il suo archivio).

L’appello è in 12 punti e vuole aprire un profondo dibattito nel mondo del sociale e del Terzo Settore per ridare forza ad alcuni temi che sono indispensabili per far tornare a crescere i volontari, le loro forme organizzative autonome (piccole e grandi), e la loro capacità di incidere sul cambiamento necessario per dare gambe più robuste alla solidarietà. (altro…)

Il 30 aprile 2000 ci salutava Luciano, lasciandoci un’eredità di intenti che come singoli e come Associazione cerchiamo di portare avanti.

di Renato Frisanco

A 22 anni dalla sua morte Luciano Tavazza ri-emerge come figura che rivela, con l’esemplare coerenza del suo modo di essere e di operare, di credere e di testimoniare, di pensare e di agire, dissonanze virtuose non solo rispetto al suo tempo, ma incredibilmente e per non pochi aspetti anche a quello contemporaneo. Eccone alcuni.

Rispetto alla cultura dell’”io”, che già affiorava con la ventata neo-liberista che si è affermata dopo la caduta del muro di Berlino, Tavazza era decisamente per il “noi”, per l’agire insieme, in gruppi e non singolarmente, in reti e non in modo sparso, in contesti organizzativi democratici e aperti e non autocratici e chiusi.

Rispetto alla cultura dell’autoreferenzialità, egli contrapponeva il senso e il fine dell’agire volontario, la sua visione di società (per cui “pensare in grande e agire in piccolo”) e la prefigurazione del cambiamento, rispetto a cui il gruppo, l’organizzazione e il leader erano al servizio. Questo richiede la contestualizzazione dell’operato dei gruppi nel territorio (noto lo slogan “socializzare il territorio”) per creare comunità, a partire dall’esercizio della funzione “antenna” dei bisogni dei cittadini, rappresentando questi il vero faro della loro azione, non le convenzioni, i bandi, le concessioni delle istituzioni interessate a utilizzare il volontariato per “fare di più con meno”.

Antidoto alla cultura dell’autoreferenzialità intesa anche come isolamento operativo è quella delle alleanze (per lui una “strategia”) e della collaborazione con gli altri attori del territorio, dalle istituzioni pubbliche al profit. Collaborazione che per il volontariato nasce perché soggetto responsabile e attore di un’autonoma iniziativa per l’interesse generale. Per Tavazza nessun soggetto della società é in grado da solo di generare risposte idonee a soddisfare i problemi complessi della società del nostro tempo.

Rispetto alla cultura divisiva, che si rivela oggi anche nel modo di concepire e affrontare la guerra e la pace, egli era un infaticabile facilitatore dell’incontro di culture, fedi, posizioni diverse, ma per il volontario doveva prevalere la dedizione alla causa rispetto all’opzione ideologica, religiosa, partitica ecc, utile come rinforzo motivazionale, non come vincolo condizionante. Anche chi, come lui, aveva una fede religiosa poteva avere “una marcia in più” ma non un merito suppletivo. In un’epoca di crisi delle ideologie, per Tavazza contano i valori, e la Costituzione con i suoi principi fondamentali metteva tutti d’accordo. E poi la formazione, lo ripeteva spesso, è l’antidoto alle dissonanze operative dentro le organizzazioni e il carburante di un approccio alla condivisione, l’unico possibile per chi opera in una proiezione altruistica o nell’ottica dell’interesse generale.

Rispetto alla dimensione dell’essere e del fare tiepido, timido, conservativo di chi ritiene che “il mondo va così” ed è meglio essere omologati che frustrati, vi è il ricordo dell’impegno solido di Tavazza che lo portava a sacrificare quasi tutto il suo tempo libero, a operare con costanza, coerenza e coraggio nell’affrontare i problemi e nell’interagire con le istituzioni. Alzando la voce se era il caso, provocando proteste, denunce, avanzando proposte legislative o programmatiche, lavorando per aiutare i più deboli ad essere protagonisti e capaci di autotutela. Oggi si sarebbe adoperato anche per stare dalla parte di chi con impegno civico opera per salvaguardare ed espandere i “beni comuni”. Però bisognava partire da una analisi dei problemi, dall’individuazione delle cause che li generano, da un approccio progettuale carico di esiti attesi in linea con l’orizzonte di una “terra permessa” e senza contaminarsi in negativo con l’accaparramento di convenzioni o rimanendo incagliato in relazioni di dipendenza con gli enti finanziatori.

Rispetto alla cultura dello status quo, che per il volontariato può significare accontentarsi di gestire servizi Tavazza contrapponeva quella del cambiamento, vero e proprio must del volontariato, con la sua valenza etica di fermento così che la sensibilizzazione dei cittadini diventasse partecipazione e la partecipazione cambiamento, rigenerazione della società. E’ l’approdo al volontariato come “religione civile”. I problemi di oggi, massimamente rappresentati dall’acuirsi delle disuguaglianze sociali, richiedono il massimo di esaltazione delle due prerogative essenziali del volontariato: l’essere testimonianza concreta e assumere la dimensione politica.

Vi proponiamo un articolo di Luciano, estratto dall’archivio presente in questo sito, la cui lettura si addice al tempo che viviamo.

di Luciano Tavazza

Vento del Cupolone

Quando, durante la seconda guerra mondiale, ero giovane militante periferico della Gioventù Cattolica, nella mia scarsa conoscenza della storia del Popolo di Dio, pensavo che le grandi speranze – anzi che la Speranza – come ogni altra realtà della Chiesa, nascesse a Roma.

Pedalavo sulle colline del Canavese per raggiungere le numerose Associazioni, con la sensazione – quasi fisica – che il suo vento impetuoso mi spingesse dietro le spalle, direttamente dal Cupolone. Così anche in salita i chilometri sembravano leggeri e pedalabili! Sensazione che veniva da una fede bambina, gradevolissima!

Continua a leggere l’articolo

Rilanciamo assieme una comunità di persone e intenti, attorno a scelte e valori di volontariato e solidarietà.

Mani di più persone una sopra l'altra in segno di adesione al gruppoL’Associazione ri-parte dalle parole di Luciano “Il volontariato, i suoi saperi, le sue pratiche molteplici, diventano politica, quando la libertà dell’immaginare progettualità si coniuga con la caparbietà di sperimentarle nel territorio”.

E’ una scelta politica di impegno a trasformare, ciò che può e deve essere cambiato, per farci carico responsabilmente e gratuitamente della convivenza solidale e di conseguenza della dimensione sociale e umana di ogni persona. Significa per noi riaffermare il primato etico della solidarietà e della legalità rispetto alla sfera dell’utilitarismo e dell’individualismo.

Ecco perché lanciamo la nostra Campagna di Adesione 2022! Da te che hai a cuore la solidarietà con la consapevolezza che occorre oggi più che mai rimuovere – come cita la nostra Costituzione – le cause che generano emarginazione e disagio sociale.

Ti aspettiamo! 

modulo adesione associazione tavazza 2022

 

Il 21 marzo 2022 è l’ottavo anniversario della morte di Don Giovanni Nervo, Frisanco lo ricorda in questo articolo.

Don Nervo è una tra le figure magistrali nella diffusione del verbo e della pratica della solidarietà costituzionalmente intesa ed evangelicamente testimoniata. Figura gemellare a quella di Luciano Tavazza con cui condivideva carisma, profezia e spinta all’innovazione, motivo costante di un pensiero che andava tradotto in azione. Entrambi prefiguravano il cambiamento di coscienze, istituzioni e condizioni umane, a cominciare da quelle degli “ultimi della fila”. (altro…)

Renato Frisanco ci propone una recensione- commento dell’ultimo libro di Emanuele Rossi e Luca Gori sulla definizione di volontariato contenuta nella Riforma del Terzo Settore.

di Renato Frisanco

La nuova norma

Il testo “Ridefinire il volontariato” (University Press, Pisa 2021), a cura di Emanuele Rossi e di Luca Gori, affronta a più voci la definizione di volontario riportata dal Codice di Terzo settore (art. 17 comma 2). Il titolo del testo sembra evocare una svolta culturale nella disciplina giuridica del volontariato tanto che il contenuto di tale articolo viene analizzato nei vari capitoli in ogni sua unità lessicale. Con esso si chiarisce per via legislativa che l’azione volontaria del singolo agente è un valore in sé e ha fondamento costituzionale. Altra peculiarità della norma, che come tutte le norme è frutto della cultura del tempo (altrimenti non si cambierebbero), è che recepisce e asseconda la tendenza dei cittadini a svolgere attività di volontariato ovunque, individualmente, in contesti associativi informali o strutturati. E’ indiscutibile che il perimetro del nuovo volontariato si sia dilatato, come attesta il crescente numero di persone che si mobilitano come cittadini attivi “in favore della comunità e del bene comune” in maniera del tutto autonoma, in formazioni sociali informali e senza prendere impegni duraturi nel tempo. Ed è cresciuta, con il loro numero, anche la capacità attrattiva di fondazioni, cooperative sociali e associazionismo in generale. Questa enfasi sul volontario e sull’azione volontaria ha ispirato recentemente anche l’elaborazione della Carta dei Valori dell’azione volontaria[1]. (altro…)

Renato Frisanco presenta il suo nuovo saggio “Il Volontariato del nuovo millennio tra crisi e cambiamento”.

Da pochi mesi si sono chiusi i primi venti anni di questo nuovo millennio, nel suo ultimo saggio Renato Frisanco li analizza osservando le novità, cambiamenti e criticità che hanno caratterizzato il volontariato, cartina tornasole della nostra società.

Un agile saggio – scaricabile come ebook – che fornisce un contributo inedito nella letteratura più recente anche grazie alla prefazione di Giuseppe Lumia e dalla post-fazione di Giuseppe Cotturri.

Chiediamo a Frisanco di spiegarci quale salto qualitativo deve fare il volontariato post moderno per essere  coprotagonista del cambiamento della nostra società, rinvigorendo il suo ruolo politico che da voce alle istanze degli ultimi. (altro…)

Così inizia la lettera che l’Arcivescovo di Bologna, Cardinal Matteo Zuppi, rivolge alla nostra Carta Costituzionale per chiederle aiuto in questo momento difficile.

Cara Costituzione,

Sento proprio il bisogno di scriverti una lettera, anzitutto per ringraziarti di quello che rappresenti da tanto tempo per tutti noi. Hai quasi75 anni, ma li porti benissimo! Ti voglio chiedere aiuto, perché siamo in un momento difficile e quando l’Italia, la nostra patria, ha problemi, sento che abbiamo bisogno di te per ricordare da dove veniamo e per scegliere da che parte andare. E poi che cosa ci serve litigare quando si deve costruire? (altro…)